Passeggiava in tranquillità lungo le vie del centro storico di Fermo vestito come uno dei tanti turisti di stagione, pensando forse di sfuggire così all’attenzione delle Forze di Polizia che, come ben sapeva, essendo latitante da circa due anni, erano da tempo sulle sue tracce. Non ha considerato tuttavia che tutto il fermano è da tempo presidiato da diverse pattuglie impegnate nei servizi di controllo del territorio e di prevenzione dei fenomeni di microcriminalità, un dispositivo parallelo e contestuale agli altri servizi attuati a contrasto della contraffazione e dell’abusivismo commerciale; ed è stata proprio una di queste pattuglie del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno che, in virtù delle consolidate conoscenze del territorio, ha riconosciuto, in quell’apparente turista, O.M., un cinquantaquattrenne del posto già coinvolto, negli anni 2006 e 2007, in indagini di altra Forza di Polizia per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, un’attività di polizia giudiziaria che lo aveva visto condannato in primo grado dal Tribunale di Fermo nel successivo anno 2008, con una pena poi aumentata in appello a febbraio 2013. Al momento del fermo, mascherato come un ordinario controllo dei documenti d’identità, il latitante ha continuato a comportarsi come un normale turista, ignorando che, in verità, le Fiamme Gialle, negli attimi immediatamente antecedenti l’intervento, avevano già acquisito tramite la Sala operativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno la copia dell’Ordine di carcerazione a seguito della condanna esecutiva emessa dalla Corte di Appello di Ancona per 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre alla multa di 14.000 euro, in relazione al pregresso reato, commesso in violazione dell’art. 73 del D.P.R. n. 309/90. Dopo i documenti, i polsi; vacanza finita per il “turista” O.M. che, dopo nemmeno un paio d’ore dal fermo, è stato ristretto presso la Casa di Reclusione di Fermo.
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