Centro diurno alzhaimer. Ma a settembre non doveva raddoppiare orario e numero di pazienti?

La profonda riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio fa un’altra vittima, o, meglio, addormenta allo status quo il servizio di assistenza ai malati di Alzheimer che sin dai primi del 2000 offre un aiuto importante alle famiglie garantendo un’assistenza mattutina nei locali degli Ircer. Sembrava tutto pronto e gli accordi erano stati sottoscritti in pompa magna dal sindaco, presidente degli Ircer e l’allora direttore dell’Area Vasta 3, Gigliucci, quando è giunto, inatteso quanto spiacevole, lo stop dalla parte della Regione, forse per una questione economica, anche se si parla più genericamente della necessità di rivedere l’organizzazione dei servizi sanitari sul territorio. Questo ha fatto slittare non si sa a quale data l’ampliamento dell’orario di apertura del servizio anche per il pomeriggio con la conseguenze consumazione del pranzo.

Come si ricorderà con un comunicato del maggio scorso, a firma del Comune di Recanati, si annunciava che “a partire dal prossimo settembre l'importante struttura situata nei locali di via XX Settembre” avrebbe prolungato l'apertura giornaliera di ulteriori 6 ore passando dalle attuali 4 (8,30 – 12,30) a 10 (8,30 – 18,30) con l'erogazione dei pasti agli utenti. A firmare il protocollo, si legge sempre nella nota del maggio dell’anno scorso, “il Sindaco Francesco Fiordomo, il presidente della fondazione Ircer Assunta Alfredo Moretti e il direttore dell'Area Vasta 3 Pierluigi Gigliucci che hanno messo nero su bianco l'atteso potenziamento del Centro Diurno Alzheimer di Recanati”. Il comunicato veniva accompagnato anche da una foto di gruppo di tutti i sottoscrittori dell’accordo Allora che cosa ha indotto la Regione a gelare le aspettative?

“Il centro alzheimer, spiega l’assessore Tania Paoltroni, è a valenza sanitaria e ne è responsabile l’Asur. Noi, Ircer e Comune, ci siamo adoperati per garantirlo fornendo locali e personale assistente ma non possiamo andare oltre. Credo, comunque, che siamo di fronte solo a tempi tecnici necessari e che l’apertura pomeridiana sarà avviata quanto prima.” Nell’aria c’è anche l’ipotesi che, come la RSA, anche questo servizio troverà in futuro accoglienza nei locali del Santa Lucia. Per gli Ircer significherebbe liberare dei locali a pian terreno, aperti sul giardino, che potrebbero essere utilizzati bene per tutta le attività di integrazione e socializzazione degli anziani in continuità con quanto già si sta facendo con il centro sociale frequentato da moltissime persone di una certa età in cerca di compagnia.

 

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