Avellino Tanoni al Caffè di Luciana

“Ho iniziato con le voci delle fisarmoniche, poi ho imparato a fare l’accordatura”. È il recanatese Avellino Tanoni (Avelino con una elle, per la verità, così è stato registrato per un probabile errore) a raccontarci la storia del sue essere liutaio nel lavoro e nel cuore. Dal 1961 al 1998, anno in cui è andato in pensione, ha lavorato alla Eko, azienda nata nel ’59 come piccolo laboratorio artigianale che successivamente si sarebbe affermata come la più importante casa italiana produttrice di chitarre. È nella fabbrica di Oliviero Pigini che Tanoni ha preso dimestichezza con il legno, la sua stagionatura, il taglio, la finitura e la verniciatura, conoscendo tutti i segreti della liuteria.

Ora nel suo garage/laboratorio ci sono i profumi di colla e di legno e i colori del tempo che coprono le tante chitarre appese o appoggiate in ogni angolo. Lui le costruisce, le ripara; incolla, leviga e accorda con l’esperienza di anni. “Bisogna conoscere il legno e le tecniche per lavorarlo” ci dice e, sorridendo un po’ amaramente, pensa ai giovani che non vogliono apprendere il suo mestiere.

“Io rubavo con gli occhi e imparavo”, racconta.

Non è mai stato musicista Avellino, pur avendo iniziato ad imparare a suonare la fisarmonica, ma ha l’orecchio “fino” e sa ascoltare.

Licenza Media conseguita alle scuole serali e lavoro, tanto lavoro e studi sul posto per capire come limare le voci ed affinare l’orecchio nell’accordatura. Il suo pensiero va ad un “Maestro” che ama ricordare e ringraziare, Giacinto (Ninì) Chiusaroli, caporeparto nella finitura della Eko, generoso nel comunicargli insegnamenti preziosi. Tanoni, fuori linea, dribblava tra i vari compiti, apprendendo con gusto ogni cosa e acquisendo esperienza.

Tanoni, gustando la pensione, come proseguo naturale del suo lavoro originale e di molto più interessante, sta rimettendo a nuovo la chitarra di Marco Poeta e gli ride lo sguardo nell’elencarci i nomi dei musicisti che si sono rivolti a lui. Pino Daniele, Gianni Morandi, Ron e uno dei più assidui Shel Shapiro del gruppo dei Rokes.

Avellino (anzi, Avelino con una elle), Mastro liutaio, modesto e semplice, sembra appartenere ad un mondo che sta scomparendo; un mondo fatto di fatica e di quella passione che si sta sciogliendo nei profumi di un tempo e nella polvere sana del lavoro di una volta.

 

Nell’ora dedicata al Caffè andata in onda lunedì 30 maggio, di cui l’intervista al Maestro Liutaio è solo una parte, mi ha fatto compagnia la stagista Eleonora Palmieri, giovane studentessa liceale con la curiosità per la radio. Un bell’esempio di ragazza con la testa a posto e non è poco, al giorno d’oggi!

 

Il video che pubblico è stato girato dall’amico Enrico Lelli (nella foto di copertina con Avellino Tanoni) che ringrazio di cuore.

Luciana Interlenghi

;

Lascia un commento