Oggi un gruppo composto da circa quindici studenti dell’Istituto Tecnico Mattei e del Liceo Leopardi, fra cui alcuni appartenenti al mondo associativo giovanile e studentesco cittadino, con alcuni loro ex compagni, dopo aver distribuito all’ ingresso del comune un volantino rivolto alla cittadinanza, ha provato a porre alcune domande al ministro Giuliano Poletti, presente ad un convegno per festeggiare il cinquantesimo anniversario dell'autonomia dell'ITIS Mattei presso l' aula magna del comune di Recanati. Purtroppo ciò non è stato possibile per il pronto intervento delle forze dell'ordine che hanno immediatamente spinto gli studenti fuori dall'aula magna e ne hanno identificato alcuni. Pare che il ministro abbia chiesto esplicitamente che non venissero previste domande non preventivate. Se ciò corrisponde al vero, riteniamo gravissimo che questa condizione, sicuramente non educativa, sia stata accetta dall'amministrazione comunale e dal dirigente dell'Istituto tecnico. In ogni caso gli studenti, per nulla intimiditi, hanno esposto alcuni striscioni contro la Buona Scuola e il Jobs Act presso l'Itis dove il ministro si è recato in seguito al suo intervento in aula magna.
Ricordiamo ai cittadini di Recanati, che sono stanchi dell'arroganza di questo governo , che possono firmare, il sabato mattina e, nel contesto della fiera di San Vito, il 14 (pomeriggio) e il 15 giugno (tutto il giorno) i quesiti refendari abrogativi volti a cancellare le peggiori leggi del governo su scuola, ambiente, lavoro, legislazione elettorale. Sarà possibile anche firmare per promuovere dal basso il referendum confermativo costituzionale, per il quale, il prossimo ottobre, occorre votare NO per impedire il restringimento degli spazi di democrazia.
Si allega il volantino distribuito e l'intervento , frutto della elaborazione collettiva, che uno studente dell'ITIS avrebbe voluto, ma non ha potuto fare.
Distinti saluti,
gli studenti in lotta di Recanati.
Sono uno ex studente dell’istituto tecnico.
Lei, Giuliano Poletti, raccontò che nel primo colloquio con “la Cooperativa” non le fecero neanche aprire bocca e la presero “anche se non capiva nulla di agricoltura” perché “sapevano che ero figlio di mio padre e lì il nome Poletti era una garanzia”.
Purtroppo io e quasi tutti i miei coetanei non si trovano nella stessa situazione visto che la disoccupazione giovanile è circa al 40%. Quali risposte date a questo problema? Come pensate che la flessibilità (cioè massima diffusione dei contratti a tempo determinato, senza causali, voucher, facilità di licenziare) nei rapporti di lavoro possa risolvere il problema se è noto che le imprese possono anche assumere in condizioni favorevoli quegli stessi lavoratori poi più facilmente licenziabili in situazioni di crisi? Tra le cose che avete stravolto c’è lo Statuto dei Lavoratori, compreso l’art. 18, per la cui promozione si spese il socialista recanatese Giacomo Brodolini, ministro del lavoro, quando già le sue forze erano state incrinate da un male incurabile. Non ritiene, dunque, che la sua visita sia una provocazione per i lavoratori, per i lavoratori in formazione e per i cittadini tutti?
Secondo voi anche una BUONA SCUOLA deve promuovere la flessibilità: ovvero ogni singola scuola deve adattarsi in modo flessibile alle richieste delle imprese per produrre potenziali lavoratori con competenze flessibili. Si tratta di quel processo iniziato con l’AUTONOMIA scolastica: noi non abbiamo nulla da festeggiare! Come potete non pensare che l’insegnamento di competenze adatte alle esigenze delle imprese, in un contesto in cui che i processi di lavoro mutano rapidamente e le imprese, per l’innovazione tecnologica continua, assumono sempre di meno, sia priva di senso e favorisca solo l’accettazione acritica dell’obbedienza? Potrei dire di come la alternanza scuola-lavoro, anche presso aziende del gruppo Guzzini, si risolva in lavoro non pagato.
Visto che non le rispetterà e il suo governo ha detto di dimettersi dopo il referendum costituzionale di ottobre, in cui occorre votare NO per respingere la riduzione degli spazi di democrazia, non le chiediamo promesse, anzi solo di NON rispettare quello che ha promesso al grande padronato: ripristinare di fatto il lavoro a cottimo e rendere irrilevante il contratto nazionale. Ai cittadini presenti diciamo, invece, di firmare per i referendum su lavoro, scuola, ambiente e democrazia presso la fiera di San Vito e che dal prossimo autunno deve ricominciare la mobilitazione sociale. Il nostro contributo al convegno è questo: pensare globale, agire locale! Lavoro stabile e pagato, scuola pubblica e gratuita!
;