RECANATI – FIRENZE sulla scia di Bartali

La bicicletta è stata e resterà strumento di grandi avventure, ancor prima che sportive, autenticamente umane. Come accaduto ai trentadue ciclisti che il 17 luglio da Recanati, passando per Assisi, hanno raggiunto Firenze; come è accaduto a Gino Bartali che, dopo aver vinto, tra l’altro, un Tour nel 1938 (un altro ne vincerà dieci anni più tardi, record ancora ineguagliato) tra il 1943 e il 1944percorre decine di volte il tragitto Firenze-Assisi in sella a una bicicletta che nasconde nel telaio fotografie e documenti di identità  contraffatti: per i ricercati e per gli ebrei rintanati nei conventi dell’Umbria e della Toscana, quel carico rappresenta l’unica possibilità di salvezza dalla persecuzione nazista.

Proprio la tomba di Bartali, una scarna lapide con appena il nome, è stata la meta dei ciclopellegrini, dopo aver percorso le stesse strade di quella coraggiosa impresa. La partenza era fissata per le prime luci del giorno di sabato 16 luglio, sennonché il cielo involuto di tenebrose nubi e una pioggia battente hanno impedito il via alla maggior parte del gruppo. Ma otto temerari hanno comunque voluto tentare, accompagnati dall’acqua per 70 km fino al Passo del Cornello; gli altri si sono portati con le auto fino all’altezza di Foligno, per poi proseguire in bici. Passaggio sotto Spello, sosta a S.Maria degli Angeli, quindi il Trasimeno finalmente col sole e il pranzo a Passignano sulle rive del lago, dopo 173 km. Ripartenza direzione Cortona, la salita di Civitella in Val di Chiana tra splendidi paesaggi e, avvolti nella calda luce della sera, l’arrivo a Poggio Bagnoli per la cena e il pernottamento, pienamente meritati dopo 250 km. Magnifica la giornata seguente, discendendo l’Arno per strade secondarie, 60 km col sole e nell’aria limpida: la salita del S.Donato e poi giù verso Ponte a Ema, per la visita e la preghiera alla tomba di Bartali; poi la foto a Piazzale Michelangelo con tutta Firenze alle spalle, l’attraversamento del centro, schivando i divertiti turisti come ostacoli sotto lo splendore unico al mondo delle chiese e dei monumenti, il pranzo assieme a familiari e amici giunti in pullman, la sosta per la S.Messa sulla strada del ritorno, ancora a S.Maria degli Angeli.

Un sentito, enorme ringraziamento agli uomini dell’assistenza tecnica,  Urbano Mancinelli, Sergio D’Amico e Fabio Coppari, ma soprattutto a Giuseppe Montenovo, il grande fautore di queste imprese che ormai si susseguono da più di dieci anni, che però non ha potuto essere presente per motivi di salute, ma che non ha fatto mancare il suo costante accompagnamento via cavo. I ciclisti, dal più esperto Mario Vorbeni (classe ’40) al più giovane DavidPassarini (classe ’86), passando per Lauro Antinori, Nardino Beccacece, Matteo Bonvecchi, Giordano Formiconi, Gabriele Francinella, Maurizio Manuale, Roberto Passarini, Marino Montironi, Mario Mengoni, Fulvio Affricani, Mirco Lassandri, Giuseppe Mobili, Giuseppe Carloni, Antonio Tartaglini, Maurizio Duca, Nicola Giusti, Valter Flamini, Luigi De carolis, Domenico Savino, Alfredo Marconi, Mario Cingolani, Renzo Monti, Alfredo Berchiesi, Renzo Jachetta, Samuele Vecchi, Nazzareno Ortenzi, Ivano Scoccia, ora certamente sentono d’aver compiuto, nella condivisione della fatica, nella bellezza dell’amicizia, un viaggio non solo per le strade del Centro Italia, ma soprattutto dentro sé stessi.

Matteo Bonvecchi

 

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