Che cosa lega Giacomo Leopardi con la città di Visso? Roberto Tanoni del Centro Nazionale Studi Leopardiani lo ha spiegato nel corso di una trasmissione radiofonica intervistato da Sergio Beccacece.
La storia di come sia finito a Visso il manoscritto de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi è affascinate e risale niente meno che al 24 marzo del 1868 quando il suo proprietario, il preside del Liceo Galvani di Bologna, Prospero Viani, trovatosi in difficoltà economiche fu costretto a disfarsi di una parte della sua collezione di opere leopardiane che, avvalendosi della mediazione del senatore Filippo Mariotti, cedette all'allora Sindaco di Visso, senatore Gaola Antinori, per quattrocento lire italiane. Insieme al famoso idillio vendette, sempre al comune dell’entroterra maceratese, altri 26 manoscritti originali di Giacomo Leopardi. Cinque giorni dopo, il 29 marzo 1869, Viani così scriveva: "Con grave dolore abbandono altrui queste preziose carte e mi sarà solo in parte attenuato se passeranno nelle mani di persone che le sappiano pregiare e conservare". Ad acquistarle fu, come abbiamo detto, il sindaco di Visso che a sua volta scriveva: "Ecco i manoscritti leopardiani che Visso conserverà per ornamento suo e per gloria d'Italia". I manoscritti non furono, quindi, acquistati dal Comune di Bologna ma da un collezionista privato, preside allora di un liceo bolognese. I manoscritti, che si trovano oggi a Visso, sono L’infinito, La Sera del giorno festivo, La Ricordanza o Alla Luna, Il Sogno, Lo Spavento notturno, La Vita Solitaria; cinque sonetti in Persona di Ser Pecora fiorentino Beccaio; l'Epistola al conte Carlo Pepoli; la prefazione alla seconda edizione del Commento alle rime del Petrarca e quattordici lettere indirizzate agli Stella di Milano tra il 1825 e il 1831, alcune partite da Recanati, altre da Bologna. Il più importante è, naturalmente, “L’infinito” composto dal genio recanatese presumibilmente fra la primavera e l'autunno del 1819. Venne esposto a Recanati nel 1998, in occasione dei festeggiamenti dei duecento anni della nascita del poeta, su concessione del Comune di Visso che non mancherà di ripetere la cortesia, in base all’accordo stipulato con il sindaco di Recanati, nel 2019 quando il manoscritto compirà i duecento anni dalla sua creazione.
nella foto a sinistra il manoscritto che si trova a Visso e a destro quello conservato a Napoli
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