Spese pazze in regione. assolto dalla Corte dei Conti il recanatese Luca Marconi

Il consigliere regionale Luca Marconi esprime piena soddisfazione per la sentenza di primo grado della Corte dei Conti che riconosce valide tutte le spese fatte ad eccezione di un gruppo di piccola entità.

Fondamentale per la decisione anche il principio in base al quale l’Ufficio di Presidenza e gli organismi tecnici avrebbero dovuto vigilare sulle rendicontazioni e offrire indicazioni ai consiglieri in merito alla opportunità o meno di ogni spesa alla luce delle leggi e dei regolamenti allora in vigore.

Ho sempre chiesto questo, che ci fosse chiarezza perché ogni cosa potesse essere fatta con correttezza e serenità. Ci saremo risparmiato quattro anni di gogna mediatica ingenti spese processuali sia per lo Stato che per i singoli indagati. Mi auguro che la lezione sia servita per il futuro. Anche per questa ragione, per non aggravare cioè la macchina della giustizia contabile in un ulteriore grado di giudizio, metto fine alla mia vicenda accettando la sentenza e pagando le poche centinaia di euro che mi restano addebitate; anche perché ho già visto riconosciute legittime 10 mila euro di spesa inizialmente contestate. Sono convinto che in appello avrei ottenuto ragione anche di queste ma essendo stato già pienamente prosciolto in sede penale credo che la cosa debba chiudersi qui.

Ringrazio quanti, a cominciare dai miei avvocati e da tutti gli amici, veramente in molti, hanno voluto sempre esprimermi fiducia e sostegno. Fiducia e sostegno così forti da consentire la mia rielezione a consigliere regionale nonostante, nel maggio del 2015, fossi nel pieno della bufera giudiziaria.

Mi permetto di dire, e non è per nulla retorica, di credere nelle istituzioni, in questo caso giudiziarie, non è un errore, anzi. L’errore contrario è proprio credere in maniera aprioristica che la giustizia sia ingiusta e che nulla può andare nel verso dell’equità e del buon senso.

Proprio questa vicenda rafforza le mie convinzioni relativamente al fatto che in Italia dobbiamo ritrovare il clima di fiducia e una più forte coesione sociale fondata sul rispetto reciproco fra le persone e delle Istituzioni democratiche.

Ancona, lì 22 novembre 2016

 

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