Brucia la sconfitta di non essere riusciti a centrare l’obiettivo di portare a casa il titolo di capitale della cultura per il 2018 e all’indomani della proclamazione di Palermo come città vincitrice del concorso indetto dal Ministero per i Beni culturali resta l’amarezza e la delusione. “Eravamo consapevoli di dover scalare l’Everest, commenta il sindaco Fiordomo, di essere dei vasi di coccio in mezzo a quelli di ferro, che si combatteva contro dei colossi, Palermo in primis. Per noi è già un risultato straordinario essere rientrati fra le prime 10, da martedì sappiamo che eravamo anche fra le cinque che poi si sono giocate sino alla fine questo ambito titolo. Il presidente della commissione, dopo l’annuncio della vincitrice, ci ha confermato che il nostro era un progetto bellissimo, che ha visto una grande mobilitazione, che siamo arrivati ad un passo dal successo, ad un’incollatura, come lui ha detto.” Che succede ora? “Il progetto, che abbiamo avviato, è irreversibile, lo capisco in queste ore dai messaggi che mi arrivano, dalle telefonate, da quella di Martone a quelle degli imprenditori che assicurano che comunque loro ci stanno. La sconfitta brucia ma diventa carburante per andare avanti sempre più testardi e convinti.” Il sindaco con sempre maggiore grinta rilancia: “Noi abbiamo vinto perché abbiamo un progetto valido, collaborazioni, idee e fondi per realizzarlo. Perché ci sono entusiasmo e convinzione. Il lavoro prosegue. Anzi…s’intensifica.” Sindaco vogliamo sgombrare subito il campo da una possibile polemica: quanto ci è costato questo percorso? “Zero euro: il costo può essere la parcella del progettista, pagata dalla Regione Marche, e poco altro.”
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