La tentazione di abbandonare la lotta a sostegno dell’ospedale di Recanati non ha mai sfiorato il comitato di cittadini nato per scongiurare la chiusura del punto di emergenza e per ridare alla struttura la qualifica di ospedale nel frattempo soppressa dalla delibera regionale di un anno fa, dopo la sua trasformazione in ospedale di comunità, cioè in una semplice struttura territoriale. Il comitato lamenta che purtroppo in questa lotta “non ha mai avuto il sostegno dell’amministrazione comunale che sembra sia stata sempre più preoccupata di smorzare ogni forma di protesta che a porsi alla testa del movimento popolare originatosi soprattutto per difendere nell’immediato il Punto di Primo Intervento a rischio di chiusura dal maggio prossimo.” Il comitato ha avviato in questi giorni una campagna di incontri con i residenti dei vari quartieri della città proprio per ritornare a tenere viva l’attenzione dei cittadini sul problema ospedale. Contestualmente è in atto in città da alcuni giorni una raccolta firme con la quale si chiede il ritiro della delibera regionale del febbraio di un anno fa con la quale si trasforma il Santa Lucia in Ospedale di Comunità con l’eliminazione dei posti letti per posti acuti e l’istituzione di quelli per cure intermedie gestiti dai medici di famiglia come avviene un po’ nelle case di riposo. Il primo incontro con i quartieri è previsto per domani sera alle ore 21.15 nella sede della bocciofila, a fianco della chiesa di Cristo Redentore. All’incontro sono invitati tutti i residenti dei due quartieri di Villa Teresa e di Fonti San Lorenzo. Nel corso dell’incontro sarà fatto il punto della situazione e rilanciata la lotta prevedendo l’organizzazione di altre clamorose manifestazioni pubbliche nelle prossime settimane. Attualmente i medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia, coinvolti nel progetto dell’Ospedale di Comunità sono sette, compresi due che vengono da fuori Recanati. L’organizzazione del servizio ha creato alcuni inconvenienti venendosi a sovrapporsi in alcuni momento della settimana alle attività ambulatoriali degli stessi medici. I letti di cure intermedie finora attivi sono 30: quelli seguiti a turno dai medici di famiglia sono dieci mentre gli altri 20 posti letto sono seguiti da un medico ospedaliero del Santa Lucia affiancato da un medico di Civitanova. Due medici per venti posti paiono un po’ pochini tanto più che il professionista è chiamato anche a ricoprire i turni al Punto di Primo Intervento. Ma chi accede alle cure intermedie? Pazienti che non mostrano instabilità clinica ma che non possono essere seguiti a casa.
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