L’erba muraria fa da padrona in città

E’ vero che non ci sono i soldi, tanto che si è reso necessario persino ridurre il numero dei tagli d’erba durante la stagione estiva e il periodo di manutenzione dei parchi cittadini, ma come è possibile parlare tanto di “capitale della cultura” e di attenzione al decoro urbano e lasciare le mura cittadine in uno stato pietoso di sporcizia e degrado?

Un esempio, che stringe il cuore, è l’antico e glorioso Palazzo Venieri, costruito dal recanatese Cardinale Venieri, sotto la guida dell´architetto Giuliano da Majano, nella seconda metà del XV secolo. Dell´antica ed elegante costruzione non rimane che il peristilio con un caratteristico arco balcone, sormontato da un orologio con la scritta “Volat irreparabile Tempus”, da cui i turisti amano affacciarsi rimanendo incantati dal panorama mozzafiato che si gode da lassù.

E per fortuna che guardano l’infinito e non proprio sotto di loro dove la parente del palazzo, che si affaccia su viale Cesare Battisti disegnando la sagoma architettonica della città, è invasata da numerosi ciuffi di erba muraria che, oltre a dare un aspetto poco decoroso all’austero palazzo, costituiscono a lungo andare anche un pericolo perché le radici tendono a penetrare all’interno della parete minandone la resistenza.

Sede del liceo Giacomo Leopardi e dell’Università di Istruzione Permanente il quattrocentesco palazzo Vernieri, e con lui gran parte delle mura cittadine, non sono un bel biglietto da visita per la città.

Parafrasando Nanni Moretti in “Ecce bombo”: la città guadagna di più, in termini di vivibilità per i residenti e di attrazione turistica, realizzando grandi opere e tanti spettacoli o impegnandosi in piccoli interventi di manutenzione su quanto di bello e funzionale la città già ha?

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