“LE PANCHINE CUSTODISCONO MIGLIAIA DI STORIE MERAVIGLIOSE, RICORDI DI MANI CHE SI CERCANO, PROMESSE MAI MANTENUTE, BACI IMPROVVISI. TUTTI NE ABBIAMO UNA SULLA QUALE IL CUORE È ANCORA SEDUTO.”
Scriveva Leopardi: “Ma sedendo" e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi…..” Eh già, il nostro poeta si sedeva a riflettere e ad ammirare l’infinito là sul monte Tabor, oppure a parlare alla luna. E ancora oggi è possibile farlo sulle panchine del colle, alcune incatenate, altre no. Invece in piazza Leopardi da qualche tempo le panchine sono scomparse. Puff! Volatilizzate. Ma cosa sono le panchine per una piazza? Sono un momento per vivere il piacere di stare seduti a “mirare”, come dice Leopardi, anche il nulla, a gustare un gelato, o il piacere di restare soli con se stessi e fermarsi a riflettere, il gusto di incontrarsi con gli amici e fermarsi a discorrere del più e del meno o degli accadimenti cittadini, un momento di riposo per i più anziani, il piacere di fermarsi e leggere il giornale, il ritrovo mattutino di molti pensionati per condividere seduti qualche ora aspettando l’ora di pranzo. Ma purtroppo l’idea favolosa di questa amministrazione è stata di eliminare le panchine di piazza. Un po’ come a Venezia, dove cammini per ore ma non hai un posto dove sederti se ti senti stanco, e così sei costretto a sederti sulle sedie di un bar e ordinare diligentemente una consumazione. Anche qua i promotori della capitale della cultura, fanno e disfano a loro piacimento. Si sono preoccupati di sentire il vulgus o quest’ultimo è troppo “volgare” per essere ascoltato? Si sono preoccupati di comunicare se questa è una decisione definitiva oppure no? Visto che per la Giunta tutto è perfetto e loro sono bravissimi e i problemi li vediamo solo noi, ci teniamo a sottolineare che questa nota nasce dalla richiesta di alcuni cittadini non più giovanissimi che hanno chiesto conto a noi di questa novità poco gradita. Vediamo se qualcuno si degnerà di illuminarci tutti, noi restiamo in trepidante attesa. In piedi, ovviamente.
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