Ma che cosa rappresenta quell’arazzo rosso con disegnato con la stoffa nera forse il leone rampante, simbolo della città, o, chissà, il famoso gatto dell’Annunciazione del Lotto, quadro esposte nel Museo di Villa Colloredo Mels? E’ motivo di opinioni contrastanti il capire che cosa effettivamente voglia rappresentare e l’utilizzo che si è voluto fare della Torre del Borgo, la cui costruzione risale al 1200, trasformata in una plancia pubblicitaria con tanto di manifesti vari. Il motivo del contendere è tutto sull’opinabile operazione di marketing che si è voluta fare di un bene vincolato proprio per il suo valore storico architettonico. Per una città che aspira ad essere, al di là della proclamazione ministeriale, capitale della cultura non è proprio il massimo utilizzare i suoi beni in questa maniera, specie ora che la Torre, dopo la sua ristrutturazione, è stata giustamente inserita nel circuito museale cittadino e rimane aperta al pubblico. Anche la stessa Cassazione penale si era pronunciata contro questo utilizzo improprio di monumenti di alto valore storico artistico con sentenza del 9 gennaio del 2013, la n° 845. Ma tant’è! Il danno, anche se i manifesti sono facilmente rimovibili, è nel fatto che per l’affissione degli stessi si ha necessità di utilizzo di colla o, come nel caso della torre ghibellina di Recanati, di bulloni o chiodi che violano in qualche modo l’integrità della struttura.
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