A me sembra così: l’avv. Paolo Tanoni conferma le sue dimissioni dal cda della Fondazione Ircer

Con non poca sorpresa, ma, per quello che dirò, forse infondata, pare che le mie, vere o presunte, dimissioni dal consiglio dell’ircer di Recanati, rappresentino una notizia, persino degna dell’attenzione della stampa, almeno quella locale.
Certo, un tema irrilevante, visto nella prospettiva di alcuni, alla quale non mi associo ma della quale debbo tener conto, può apparire rilevante: in un paese nel quale non ci si dimette mai ma si corre all’occupazione della più irrilevante poltrona, chi se ne va in silenzio sembra degno di nota.
Si mi sono dimesso, non per dissenso ma, semplicemente, per onestà intellettuale: non riesco ad attendere come dovrei e forse come saprei all’ufficio, perché sempre altrove.
Peraltro quando accettai la sfida, davvero coraggiosa, del Sindaco di indicare un consiglio che segnasse una discontinuità e mi venne concessa libertà di analisi dei profili, sino al punto d’individuare soggetti apertamente e storicamente contrari allo schieramento politico di maggioranza, compresi che le critiche non sarebbero mancate.
La scelta, poi, di eleggere uno straniero, udite udite un lombardo, sebbene dal curriculum impressionante,  certo fu stravagante.
Il cda e il suo presidente hanno ottenuto risultati di gestione che forse non sono stati compiutamente comunicati ma dei quali debbono essere orgogliosi e la cittadinanza grata.
I risparmi dei costi di gestione, le messe a norma, l’enfatizzazione progressiva dell’assistenza medica specializzata con percorsi di attenzione individuali, l’organizzazione degli eventi socializzanti, l’elevazione degli standard, i servizi aggiuntivi, il ricostruito rapporto con gli enti territoriali, l’analisi critica delle allocazioni patrimoniali, la cura delle risorse ecc. ecc avrebbero dovuto creare e consolidare un clima di accettazione diffuso, vana speranza nel contesto dato.
Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo processo e rimango sostenitore esterno, disponibile come possono testimoniare i restanti membri, per quello che mi è concesso di fare.
Derivare da questo un elemento di critica implicita sembra essere l’ennesima espressione paridgmatica della lettura strumentale degli eventi.
Peggio ancora, come qualcuno maliziosamente suggerisce ( con qualche indizio rilevante, l’evento risale a mesi or sono ma la polemica apparentemente politica locale e’ attuale ) se l’evento, irrilevante in se’, diviene elemento delle contrapposizioni politiche locali, anche alla luce della sconfortante ipotesi secondo la quale: “ è ora che la politica si riappropri dell’ircer”, se ne inferisce ulteriore elemento di deriva.
I fautori di questa tesi sono l’espressione più bieca di quelli che paludano gli interessi e la corsa alla poltrona con la politica: la Politica ha poco a che fare con quella prospettiva: minuscole e maiuscole non casuali.
La contrapposizione di schieramenti e la occupazione degli spazi da chi non ha nulla da fare e reputa di essere in grado di gestire cose anche complesse, sono uno dei danni di questo paese, sino al punto di non fornirci alternative convincenti neanche nella prospettiva delle prossime elezioni.
Perché scrivo queste note?
Perché spero ancora che i cittadini si sveglino e comprendano che la Politica è altra cosa, che la gestione coerente un’altra ancora, mentre il chiacchiericcio di paese un espediente consolatorio per non vedere lo scivolamento e, quando si scivola, non si sale.
Una sola notazione ancora: Mentasti, grazie Andrea per la tua disponibilità e per il tuo sacrificio, è stato chiamato a risanare un altro problema e sapevamo che sarebbe stato a termine, ma ognuno di noi dovrebbe coltivare il termine come una delle ipotesi immanenti alla missione, specialmente quella civile per sua natura disinteressata, perché se si rimane e non si coltiva altro, si rischia di trovare o di cercare, dove non si dovrebbe,  l’interesse e questa volta che non sia quello collettivo mi sembra ipotesi non meramente teorica.
Grazie per l’attenzione perché non smetterò di provarci, nonostante che tutto, ma proprio tutto, consigli di non farlo.
Paolo Tanoni

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