Il dibattito suscitato in questo sito dalla riqualificazione del Colle dell’Infinito realizzata in questi giorni,ed i commenti che lo hanno caratterizzato,mi stimolano ad esprimere qualche riflessione.
Il Colle,che all’epoca non si chiamava come oggi,passaggio obbligato per le passeggiate solitarie e pensose di Giacomo Leopardi,ha offerto al Poeta lo spunto per impostare la sua più straordinaria composizione insieme a quella intitolata “La ginestra” : L’INFINITO.
Il poeta-filosofo o filosofo-poeta,binomio sul quale la critica si divide,percorrendo lo stretto e scomodo viottolo collocato alla sommità del colle e che a malapena gli consentiva di vedere la lontana catena dei Sibillini che chiudeva l’orizzonte,con autentico lampo di genio,mirabilmente espresso in termini poetici,mette a fuoco il concetto dell’infinito,da sempre l’obiettivo più impegnativo per la sua complessità di tutte le migliori menti filosofiche.
Il risultato conseguito sicuramente mette Leopardi all’altezza del miglior Dante.
A parer mio la riqualificazione odierna del Colle cercata dal Comune merita un elogio pieno,al di là di qualsiasi altro aspetto,perché rivaluta quell’asperità dalla quale è nata la spinta per una significativa riflessione sull’infinito,al quale ognuno di noi,se non vuole essere superficiale, dovrebbe far riferimento quando tenta di dare risposta al quesito sul senso della vita dell’uomo.
Gianni Bonfili
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