E’ l’avvocato recanatese Marco Cingolani che a nome di quattro suoi clienti (due di Recanati, uno di Macerata e uno di Filottrano) pone una problematica alla Commissione Tributaria Provinciale di Ancona che riguarda moltissimi appassionati di auto e moto storiche. Lo è anche lui (possiede una Alfa Romeo del 1991) e ha preso a cuore la vicenda che riguarda la richiesta da parte della Regione Marche di pagare il bollo auto per questi mezzi relativo al 2015.
Che cosa è successo in realtà? Sino al 2014 le auto fra i 20 e i 30 anni di vita, riconosciute come “storiche” dall’ASI, l’Automotoclub Storico Italiano, erano esentati dal pagamento del bollo ma soggette solo ad una modesta tassa annua forfettaria, a differenza di quelle che avevano superato i trent’anni di vita che erano completamente esenti da qualsiasi pagamento. E’ stata la legge di stabilità del governo Renzi a creare scompiglio nel settore: infatti non ha più riconosciuto come “storiche” le auto con un’età dai 20 ai 30 anni chiedendo loro il pagamento del bollo come se si trattasse di un veicolo normale. La regione Marche, quindi, ligia al dovere, a inviare ai loro proprietari gli avvisi di accertamento e irrogazione sanzioni amministrative relativi al bollo auto del 2015.
Una situazione inaccettabile per chi nel tempo su queste auto ha speso in termini di tempo e denaro per adeguarli alla normativa, molto stringente, imposta dall’Asi per il riconoscimento del titolo di “auto storica”. E con loro a soffrirne è stato il mercato che c’è dietro, dalle officine ai negozi di ricambi e tappezzeria, che è stato penalizzato con tante chiusure di attività e perdita di posti di lavoro. Alcuni si sono decisi addirittura a vendere la loro auto, anzi a svenderla magari all’estero pur di non pagare ulteriori tasse.
“Non è giusto, dice Cingolani. Il governo per guadagnare qualcosa come bollo auto ha perso molto altro in termini di mercato. Nel mio ricorso ho chiesto che della questione venga interessata la Corte Costituzionale perché la norma sia dichiarata incostituzionale in quanto retroattiva e, di conseguenza, siano annullate le richieste di pagamento avanzate dalla Regione nei confronti dei miei assistiti. In ballo, conclude l’avvocato Cingolani, oltre ad un preciso principio della nostra legge, quello della non retroattività, c’è anche un importante indotto economico”.
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