Evasione fiscale con il meccanismo “apri e chiudi”

Aprivano un’attività che dopo due anni chiudevano e al suo posto ne subentrava un’altra  che proseguiva lo stesso tipo di attività commerciale. Un meccanismo che ha permesso ad imprenditori cinesi operanti nel settore delle confezioni di capi di abbigliamento. di evadere al fisco. La scoperta è della Guardia di Finanza di Jesi.

L’indagine è stata avviata nello scorso mese di dicembre 2018, dopo un attento monitoraggio delle imprese operanti sul territorio.

Il sistema evasivo, messo in campo attraverso il c.d. meccanismo “apri e chiudi”, prevedeva che un’impresa, dopo circa due anni dalla sua costituzione, terminasse la propria attività ed al suo posto subentrasse una nuova ditta individuale, appositamente costituita, che proseguiva l’attività di quella precedente, utilizzando gli stessi locali e macchinari e rapportandosi con i medesimi clienti e fornitori. Tutte le imprese succedutesi nel corso del tempo però venivano gestite di fatto sempre dallo stesso soggetto (dominus). Con questo turn over fittizio, le ditte che cessavano l’attività “dimenticavano” gli adempimenti fiscali.

I finanzieri, dopo aver ricostruito il giro d’affari attraverso mirati controlli incrociati eseguiti presso i clienti, hanno rilevato che gli imprenditori cinesi, a fronte di fatture emesse per oltre 700.000 euro, non avevano presentato le dichiarazioni fiscali ottenendo un notevole risparmio d’imposta.

Al termine delle attività d’indagine, dopo aver individuato l’effettivo gestore delle ditte e i suoi prestanome, sono stati denunciati 3 imprenditori di etnia cinese e, su disposizione della locale A.G., è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca di beni per un valore complessivo di euro 130.000, costituiti da conti correnti, crediti nonché macchinari utilizzati nell’esercizio d’impresa.

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