È Simone Simonacci, 39 anni, il candidato a Sindaco di Recanati per il Centrodestra.

“A Recanati è finita l’epoca di una politica miope, falsa e divisiva. Una politica che non ha alcuna visione strategica, non solo del futuro, ma anche del presente della città. La Recanati che ci riconsegneranno è impoverita, meno sicura, sempre più spopolata e sporca. I commercianti chiudono i battenti, il centro storico è inaccessibile e desolato, le periferie abbandonate a sé stesse, la microcriminalità crescente, il valore delle nostre case si è dimezzato. Ci si vanta dei numeri del nostro turismo, ridicoli rispetto alle nostre potenzialità. I nostri anziani sono imprigionati in un paese privo di servizi sanitari: ci hanno tolto l’ospedale e – guardando i dati demografici – tra un decennio non ci sarà più neanche qualcuno da curare, né tantomeno da far nascere. I giovani stanno fuggendo da questa città, la disoccupazione giovanile è ai massimi storici, le imprese disincentivate a investire.

Mi sono quindi sentito in dovere di impegnarmi in questa avventura. Molti mi conoscono per il mio attivismo nel territorio e sanno che sono un uomo del fare e del buon senso. Ho girato il mondo per lavoro, in qualità di export manager e marketing specialist e ho avuto modo di accrescere le mie competenze. Avendo sempre creduto nella mia città, fatta di gente laboriosa, creativa e solidale, mi sento ora onorato di spendere la mia esperienza per la mia terra. 
Sono orgoglioso che il Centrodestra abbia visto in me una figura innovatrice e capace di unire. La squadra che mi sostiene ha l’esperienza necessaria, l'energia e le competenze per supportarmi in questo progetto, per far sì che da queste ceneri possa rinascere una città che funga da faro socioeconomico e culturale per tutti ed è interesse della stessa coalizione lasciare le porte aperte a chiunque voglia cambiare in meglio il destino di questa città.

Ci hanno rubato la speranza a spese nostre ma è ora di dire basta, rimboccarsi le maniche e riprenderci ciò che ci hanno tolto, prima che sia troppo tardi.”

 

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