Sui programmi si può discutere: sulla legge, no.

L'art.51, comma 2, del D.Lgs n.267/2000 prevede che "chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della Provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche".
Se questo è lo spirito della norma, è evidente che ricandidare direttamente, o indirettamente, tramite un logo su una lista, “i soliti noti”, magari con qualche restyling o rimescolamento di cariche di facciata, elude il divieto e prosegue sulla strada del radicamento di reti di interessi privatistici, di rapporti clientelari tra politica ed economia locale.

Su questo si è espressa anche la Cassazione, chiarendo che la ratio della norma è “evitare l'alterazione della par conditio alle elezioni successive alla seconda”.​ Infatti. il divieto intende favorire un ricambio delle persone chiamate a ricoprire un ruolo importante e si pone come garanzia del diritto di elettorato attivo per tutti i cittadini “impedendo la permanenza per i periodi troppo lunghi nell'esercizio del potere di gestione degli enti locali, che possono dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo”.

Pertanto, mettere in pratica manovre elusive significa voler mantenere il proprio ruolo ad ogni costo, significa credere di poter piegare le regole per il proprio tornaconto e se, infine, si motiva tutto questo​ come: “il cambiamento continua” … significa prendere in giro gli elettori!

L’unica cosa che continua è la gestione del potere amministrativo​ in mano alle stesse persone!

Noi crediamo che ogni forma di gestione della cosa pubblica, secondo una visione privatistica, vada denunciata prima, e combattuta poi, con tutti gli strumenti politici a disposizione.

 

Non basta dirsi democratici per esserlo davvero.

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