Buon senso, per non lasciare solo al nibbio ed alla cornacchia, il castello di Montefiore

Questione molto dibattuta quella del castello di Montefiore. Ne sono instancabili artefici, gli abitanti della simpatica frazione viciniori di Montefano, e gli amministratori del Comune di Recanati, di volta in volta, succedutesi nel governo della Città.
La questione della messa in sicurezza del complesso monumentale è alla base della questione, ma molto a cuore agli abitanti della frazione, rimane l’igiene urbana ed il giusto decoro dei luoghi.
Passandoci ripetutamente davanti alla rocca abbandonata, lungi dall’individuare colpevoli e avere in tasca soluzioni, però un'aspetto appare chiaro, e forse, questo, a portata del buon senso. Che il castello debba essere chiuso per motivi di sicurezza, è uno stato di fatto per il quale ci sia poco da inventarsi tempi brevi, chiunque lo comprende. Quanto, però, incomprensibile appare lo stato di completo abbandono delle opere di interdizione messe in atto.
Voglio dire, va bene chiudere gli accessi pericolosi, ma i modi messi in atto per farlo, potrebbero avere una maggiore manutenzione, decoro e, perché no, servire da supporto per il visitatore. Non ci piove che, sia un visitatore occasionale, quanto il turista di passaggio interessato all'architettura militare, possano rimanere delusi dalla successione di sbarre messe in malo modo e alla spicciolata. Mi è capitato qualche anno fa, constatare con disagio, la forte delusione di un turista arrivato alla base della scalinata del rivelino, dopo un'escursione a piedi da Recanati, trovandosi ogni varco visivo intercluso da sbarre, inferriate e quant’altro: nemmeno un secondo fermo, è poi subito ripartito per non so dove, accompagnata dal si solitario gracchiare delle disposta tra un nibbio ed una cornacchia.
Ora, la questione potrebbe essere mitigata, innanzitutto da una cura costate e programma a seconda delle stagioni, dell'igiene urbana, e successivamente, ma da non sottovalutare, una serie di cartelli illustrativi della particolarità architettonica della rocca, nel sistema difensivo militare della città di Recanati, nei confronti delle fortificazioni del territorio. Cartelli come se ne vedono tanti nei complessi monumentali oggetto di restauri spari per la nostra bella Italia. Chimere, insomma, un architetto che al buon senso da cittadini e amministratori, progetti un "piacere della veduta del complesso del castello" anche a rocca chiusa per motivi di sicurezza.
Visti i tempi lunghi del suo pieno recupero alla fruibilità, il castello va comunque reso parte attività per l'economia culturale del territorio. Di architetti bravi e abili a questo compito, credo, ce ne siano in giro e disponibili a confrontarsi con un progetto di visibilità della struttura quasi millenaria, ora abbandonata a se stessa: capaci di salvaguardare, l’aspetto della sicurezza, quanto la tutela di un luogo con delle particolarità uniche.
La scommessa sarebbe di limitare il disagio dei visitatori respinti dall’interdizione diretta ai luoghi, con un'accoglienza multimediale e storica da leggere e da fruire per mezzo di ogni strumento messo in campo che la tecnologia oggi permette. Pannelli, plance, indicazioni, creazione di varchi visivi se possibili, rimuovendo gli eventuali eccessi di strati metallici delle impalcature.
Ma imprenscindibile il decore dei luoghi e la cura degli sbarramenti fisici, che dovrebbe avere almeno un aspetto gradevole, pur rappresentandosi come ostacolo alla piena fruibilità del complesso.
Buon senso, cura e semplice progettualità, per un tentativo di mite, quanto civile presa d'atto della situazione attuale; in attesa di tempi migliori. Un traghettamento che non faccia scendere in ulteriore oblio il lungo senso storico del castello di Montefiore.

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