Le Marche in stagnazione economica

Le Marche sono in una condizione ormai cronica di stagnazione economica e si stanno sempre di più allontanando dalle economie regionali dei territori in crescita. In questo contesto non sono state messe in campo politiche a sostegno dell’industria calzaturiera e di quella mobiliera, la Regione Marche non ha creduto nell'internazionalizzazione delle imprese mentre proprio su alcuni mercati la domanda di prodotti come quelli delle aziende marchigiane è molto richiesta”.

Così il Sen. Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche, e il consigliere regionale Mirco Carloni fanno il punto della situazione a seguito della presentazione di ieri da parte della Banca d’Italia dell'aggiornamento sui dati dell'economia marchigiana.

Tutti i dati a disposizione fanno emergere un quadro preoccupante – continuano gli esponenti leghisti – nella prima parte del 2019 è proseguito il calo demografico delle imprese marchigiane: a fine giugno il numero di imprese attive era inferiore dell’1,2% rispetto a dodici mesi prima, pari a circa 1.750 unità in meno! Inoltre il calo dei prestiti bancari alle imprese si è intensificato, il numero degli occupati è calato e il tasso di disoccupazione, pur mantenendosi inferiore alla media italiana, è tornato a crescere”.

Tra le principali competenze della Regione Marche che impattano sull'economia ci sono quelle sull'agricoltura e la pesca, e proprio in questo settore la Banca d'Italia ha rilevato il calo maggiore di imprese attive (-2,5%), anche per il ritardo sulla spesa effettiva dei contributi europei all'interno del piano sviluppo rurale”.

La preoccupazione deve diventare azione prima che questa stagnazione diventi irreversibile”, concludono Arrigoni e Carloni. “Ci auguriamo che le elezioni della prossima primavera, in cui i marchigiani potranno finalmente mandare a casa la Giunta Ceriscioli e il suo immobilismo, non arrivino troppo tardi, poiché è sotto gli occhi di tutti che se non verranno messe in campo il prima possibile azioni concrete andremo incontro a un inesorabile e più pesante declino economico della regione”.

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