Lancia l’allarme e precisi avvertimenti, Sergio Beccacece, presidente degli Ircer da poco trasformatosi in fondazione di diritto privato: “Il bilancio dell’ente oggi è in positivo e tale situazione può essere mantenuta solo se gli ospiti pagano la retta intera o se i comuni di residenza la integrano, come previsto per legge. Se qualcuno non paga e in più siamo costretti ad aggiungere anche nuove tasse, il bilancio diventerà rosso, rosso di vergogna.” Sfodera un tono appassionato Sergio Beccacece, di fronte alla volontà, contenuta nel bilancio di previsione, del Comune di tagliare il fondo, da sempre previsto, per l’integrazione delle rette degli utenti più poveri e la necessità di applicare l’Imu nella sua aliquota più alta a tutti i beni patrimoniali dell’ente compresa la casa di riposo Ester Gigli che nel passato era, invece, esentata dal pagamento dell’ICI. “E’ vero che siamo riusciti ad estinguere il grosso debito che l’Ente aveva, è vero anche che il consiglio d’amministrazione non prende un centesimo, che il personale amministrativo è ridotto all’osso con sole 3 persone e che non è previsto alcun premio di produttività, ma se qualcuno pensa che il consiglio di amministrazione, oltre che fare sacrifici, sia anche in grado di fare i miracoli, si sbaglia, noi i miracoli non li facciano.” Si dice angosciato per il futuro dei servizi che l’ente gestisce e ancor di più per l’Imu. “Passando da istituto pubblico di assistenza e beneficienza a fondazione, spiega Beccacece, siamo considerati un ente commerciale qualsiasi anche se non a fine di lucro. L’IMu toccherà tutti i nostri beni, anche il complesso di via XX settembre che ospita la casa di riposo. Ancora non sappiamo se la nostra tassa aumenterà o triplicherà: se pagavamo 30/40 mila euro, molto probabilmente arriveremo a 80/100 mila euro. Chiederemo all’Amministrazione di esentarci dal pagamento dell’IMU e di garantire il rispetto dell’obbligo di legge sul domicilio di soccorso per i nostri ricoverati più poveri. L’Ircer non è il pozzo di San Patrizio e non può soccorrere chiunque senza risorse. Diversamente le ipotesi sono due: o rifiutare l’ingresso a chi non è in grado di pagare tutta la retta, e ciò è impensabile, oppure aumentare la retta e far pagare di più a chi già paga la sua parte. Spero che prima della votazione del bilancio in consiglio si possa ragionare e addivenire ad una soluzione positiva tenendo conto che l’Amministrazione ha più volte dimostrato la sua sensibilità nei confronti della popolazione più debole.”