Biogas e biomasse: prima l’inganno e poi la legge

REGIONE MARCHE. Comunicato del consigliere regionale Enzo Marangoni. “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!… ”  Così, secondo Marangoni, ha ragionato la maggioranza politica regionale PD-UDC (che ha annientato anche, in  parte, l’opposizione interna  alla maggioranza dell’IDV), approvando  la leggina, di soli due articoli, sul biogas  in Consiglio regionale delle Marche nel corso della lunga seduta del 16.10.2012.

“Una leggina tardiva e inefficace” chiosa Marangoni che prevede, solo ora, l’individuazione di aree  non idonee dove non sarà possibile installare impianti alimentati da biogas o biomasse, individuazione che dovrà avvenire entro 40 giorni da parte della Giunta. Peccato che, ricorda Marangoni, la regione Marche abbia già fatto approvare dai suoi uffici tecnici, in questi ultimi mesi, ben 15 impianti biogas e biomasse  grazie a una legge regionale di marzo 2012 impugnata dallo stesso Consiglio dei Ministri innanzi alla Corte Costiuzionale per violazione delle direttive europee.  In pratica, “prima si è fatto l’inganno e poi si è fatta la legge” commenta con  amarezza Marangoni, secondo il quale in regione “hanno vinto i comitati d’affari degli speculatori che nulla hanno a che fare con l’agricoltura; hanno  invece perso migliaia di cittadini marchigiani che vedranno sorgere davanti casa impianti totalmente privi di controlli ambientali”. Ciò in quanto la maggioranza politica regionale ha respinto, a colpi di fiducia e ricatto sui consiglieri di maggioranza, tutti gli emendamenti che chiedevano almeno la Valutazione di Impatto Ambientale e la sospensione degli effetti delle autorizzazioni già date senza V.I.A.  Oltre a rischi per la loro salute e per l’ambiente circostante, migliaia di cittadini marchigiani che vivono nelle zone  in prossimità degli impianti, avranno anche, secondo Marangoni, un grave danno al valore economico dei loro immobili, di fatto svalutati.

Al contrario, gli imprenditori che stanno sfruttando i finanziamenti pubblici su queste energie alternative, guadagneranno per ogni impianto, circa un milione di euro ogni anno per 15 anni, soldi pagati dalla totalità dei cittadini italiani con aumenti sulle bollette dell’energia elettrica, proprio come già avvenuto con gli impianti fotovoltaici. Si commenta da solo e riassume bene il senso dell’intera vicenda che si trascina da mesi, quanto ha affermato testualmente in Consiglio regionale, durante l’acceso dibattito, il Vicepresidente della Regione Marche, Paolo Petrini, del Partito Democratico: “Vanno assicurati i diritti degli speculatori”.  Tant’è che Marangoni,  nell’ambito del suo articolato e duro intervento in aula, ha chiesto anche, con sarcasmo, se nel frattempo il Partito Democratico avesse cambiato nome in “Partito D’affari”.

Enzo Marangoni Consigliere regionale

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