La doppia faccia della vergogna

E' il sindaco Fiordomo, questa volta, a ritornare su quell’improvvido patrocinio tecnico (così è stato definito da lui stesso) all'iniziativa anti israeliana svoltasi in una sala pubblica dal titolo «Israele il cancro». Ciò che lo rammarica di più di quella vicenda, che ha mosso la stampa di mezza Italia, e persino l’ambasciata di Israele in Italia, è la cattiva immagine che si è data di Recanati. Dai microfoni di radio Erre ribadisce che si è trattata purtroppo di «una grande montatura che parte da Recanati, dalla necessità che c’è ormai da tempo di creare uno scandalo che possa nuocere all’amministrazione». Poi aggiunge: «Di Fiordomo ne potete dire di tutti i colori ed è nel ruolo del sindaco, onori e oneri, e quindi può essere criticato anche ferocemente. In sei anni le abbiamo fatte tutte male? Però tuteliamo Recanati che è la nostra città, dobbiamo tutelarla. Per colpire Fiordomo non possiamo mettere in pasto Recanati ai media nazionali per poi capire che era tutta una montatura tanto che la mia telefonata con l’ambasciatore è stata di una cordialità disarmante e lui stesso probabilmente non si era reso conto di quello che stava montando». Quindi per Fiordomo il caso del film, che rappresenta una nazione straniera come un cancro, e il patrocinio tecnico perché questo film fosse proiettato in una sala pubblica, è stato tutta una montatura costruita per nuocere la sua amministrazione e, di conseguenza, la città intera. Aver ospitato in una sala pubblica una iniziativa che definisce il popolo ebraico un cancro, una nazione nazista ed altro, non costituisce per la città di Recanati una vergogna.

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