C’è ancora tanto da fare per presentare la città come capitale della cultura 2018

Non ci crede tanto Roberto Bartomeoli all’ambizioso progetto di vedere Recanati insignita nel 2018 del titolo di capitale italiana della cultura, perdurando le criticità attuali, prima fra tutte il rapporto deteriorato fra Comune e Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Non è possibile tenere in piedi un contenzioso, afferma l’autorevole rappresentante della civica “In Comune” e già vice sindaco ed assessore al bilancio nella giunta Corvatta, con la prima istituzione culturale recanatese.

Poi anella una seria di cose da fare per dare credibilità al progetto, come l’apertura del castello di Montefiore, un vero gioiello purtroppo chiuso da molti anni. “E’ vero, aggiunge Bartomeoli, che ristrutturarlo è costoso, ma con un piccolo sforzo economico si può garantire una sua agibilità, magari ricorrendo a puntelli per rendere alcune sue parti strutturali sicure. E’ stata fatta una grossa sciocchezza stornare i 140 mila euro dal castello, soldi non sufficienti per il suo restauro ma per una sua riapertura si.”

C’è poi il problema del Colle dell’Infinito “per il quale c’è un piano particolareggiato che deve trovare presto una sua definizione”. Per Bartomeoli bisogna partire da lì per un intervento complessivo del Colle e ridare valenza culturale ad un luogo per eccellenza legato alla poesia leopardiana.

Fra le cose da fare c’è la sistemazione dell’ascensore di Porta Cerasa, un vero pugno nello stomaco con il suo color verde mare, di fronte proprio al Colle dell’Infinito, come anche togliere gli archi nel Chiostro di Sant’Agostino, ancora lì dal 2010, anche se allora si assicurò che tempo un anno sarebbero stati sostituiti con interventi di rinforzo delle vecchie colonne in muratura.

Poi c’è la tomba Gigli che non va avanti in maniera accelerata ma per la quale sono previsti due stralci, per una spesa di appena 80 mila euro. “E’ una partita questa che andava chiusa in pochi mesi e non in due esercizi finanziari. Insomma, di cose da fare ce ne sono parecchie, basta girarsi intorno, se si vuol ambire a divenire capitale della cultura. Cominciamo intanto a pulire la vasca al piano inferiore dei giardini pubblici coperta da rifiuti, togliere i puntelli in legno, che sorreggono un muro, e le transenne che delimitano spazi  non agibili al pubblico.”     

 

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