L'Associazione don Giovanni Simonetti Recanati Castelfidardo pensa sia bello ricordare la splendida figura di don Simonetti, uomo e sacerdote di grande cultura e di grande passione pastorale nel giorno in cui si celebra la festa di Santa Rita, cui era molto legato.
La festa di Santa Rita da Cascia è stata promossa in Italia dai padri agostiniani, in quanto Rita da Cascia è vissuta per 40 anni nel Convento delle Agostiniane di Cascia.
Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) verso il 1380. Secondo la tradizione era figlia unica e fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio ma, per le insistenze dei genitori, fu data in sposa ad un giovane di buona volontà ma di carattere violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, ebbe molto a soffrire per l’odio dei parenti che, con fortezza cristiana, riuscì a riappacificare. Vedova e sola, in pace con tutti, fu accolta nel monastero agostiniano di santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi. Beatificata da Urbano VIII nel 1627, venne canonizzata il 24 maggio 1900 da Leone XIII. E’ invocata come santa del perdono e paciera di Cristo.
Santa Rita da Cascia viene venerata anche all’estero, a seguito degli emigranti che tra i ricordi migliori della fede, avevano una ferrea devozione a Santa Rita da Cascia.
Oggi gli Agostiniani, come tutti gli altri Ordini Religiosi, sono in grande calo di vocazioni, ma la festa di Santa Rita rimane sempre tale con una solennità unica, compresa la benedizione dei mezzi di comunicazione con la processione serale anche delle automobili e delle moto.
Il titolo più bello che Santa Rita, nel corso dei secoli, ha preso è il titolo: la Santa degli Impossibili ad indicare che anche nei casi quasi impossibili di guarigione, chi prega Santa Rita può ottenere la Grazia.
Nelle Chiese degli Agostiniani, gestite ora da altri Sacerdoti diocesani, la solennità di Santa Rita da Cascia conserva la sua importanza e vede un afflusso di tanti fedeli, quasi come fosse la giornata del Santo Natale.
Secondo la tradizione, la benedizione delle rose ricorda un episodio della vita di Santa Rita. La Santa, nel gennaio 1457, mentre era malata nella sua cella monastica di Cascia, chiese ad una cugina di portarle da Roccaporena una rosa della sua terra.
La tradizione afferma che Dio esaudì questo desiderio e la parente di Rita poté raccogliere per lei una rosa sbocciata in inverno, tra la neve.
Il giorno di Santa Rita è caratterizzato anche dalla benedizione delle rose, che verranno poi portate in casa e messe accanto, soprattutto alle persone malate.
In alcune zone d’Italia la festa di Santa Rita, significava anche il ricordo del Sacerdote che per tutto l’anno si occupava per rendere solenne la giornata del 22 maggio.
Ricordiamo che a Recanati, ove nel 1860 vi era una grande comunità di Padri Agostiniani, il loro bellissimo convento venne prelevato per ordine dei piemontesi, invasori del territorio dello Stato Pontificio e dato in proprietà al Comune di Recanati.
La festa di Santa Rita però rimase tale e quale.
Per circa 40 anni a Recanati, il Rettore della Chiesa di Sant’Agostino è stato don Giovanni Simonetti, che soprattutto il 22 maggio lo si vedeva, quasi trascinando i piedi per la grande stanchezza, ma la Chiesa fino dall’alba era sempre gremita di fedeli.
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